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domenica 22 novembre 2009

ESA BANG


ESA BANG, inserito originariamente da Spoletoweb.




micromuseo
via mercato 21 spoleto info@micromuseo.it tel 0743 224973 3296128911

ESA BANG AL MICROMUSEO IN “LA SPOSA OCCIDENTALE”PERFORMANCE LIVE

Sabato 8 luglio ore 20.00 con replica alle 23.00 Esa Bang si mette in gioco all’interno di micromuseo in V.del Mercato 21 a Spoleto.Quanti volessero interagire all’interno del micromuseo come spettatori attivi della performance dovranno prenotare la presenza vista la limitata disponibilita’di spazio(telefono curatore 329 6128911 Luca Ricci).L’ingresso e’ gratuito e l’artista
si raccomanda affinche’ non partecipino minorenni,cardiopatici e donne incinta.Enzo Correnti si occupera’ della “sposa occidentale” in qualita’ di costumista e Umbro Saliti della fotografia.
la scenografia rimarra’ quella della mostra in corso su cinema e rivoluzione.La musica sara’curata tecnicamente da DJ Sydney Rome;curatore Luca Ricci
Uniamo a questo comunicato stampa in allegato anche il testo critico di Savino Marseglia,critico e curatore di Palazzo Datini a Prato,ed il testo critico di Suomen.
recensione di Suomen.
"Al momento l'unica persona degna di portare il nome d'artista è Esa Bang " ( Martyn Zadeka)
"...la performance di Esa Bang "La Sposa Occidentale",in cui l'artista, nota per aver collaborato come modella e performer per vari artisti internazionali ( vedi biografia su www.artforartist.org) ,ha elaborato una singolare messa in scena iperrealistica della sposa,vista da Esa come icona autodistruttiva della donna,come identità negata,perchè soffusa e soffocata dietro al velo di presunte certezze e palesi incertezze" (Suomen

Esa Bang
Un vulcano in eruzione
C’è un’artista che ha “la libertà”, direbbe lei, come chiodo fisso. Questo perché ogni persona non dovrebbe forse aver diritto a realizzare i propri sogni, noi stessi che per primi siamo fatti di sogni per dirla con le parole di Shakespeare ? Perché per essere ciò che veramente siamo, dobbiamo continuare a subire ogni sorta di prigione religiosa, sociale e morale in un sistema che ci tarpa le ali e priva ciascuno di noi della propria identità ?
Per Esa Bang l’arte non può essere ridotta ad una semplice attività passiva: essa è un vero e proprio mezzo di sopravvivenza, la manifestazione di una precisa urgenza interiore, che si traduce in un atto di liberazione con cui talvolta è duro misurarsi.
La sua opera trova le sue ragioni più profonde nel tentativo di minare alle fondamenta tutte quelle istituzioni-tabù, quali ad esempio il matrimonio, la denuncia di quelle violenze non solo fisiche che troppe volte hanno a che fare con le intolleranze religiose, l’abolizione delle distinzioni tra i sessi fino ad arrivare al dolore del suo “non essere”.
Su ognuno di questi temi, questa straordinaria e versatile performer conduce da ormai cinque anni una propria e originale ricerca nutrita da un impegno profondo e da una sferzante tensione creativa. Il suo corpo messo in gioco diventa protagonista indiscusso delle sue struggenti performances.
Le sue membra pensanti interagiscono l’una con l’altra riappropriandosi di una dimensione carnale ed immaginifica negletta, storicamente posta ai margini dall’ipocrisia di una cultura dominante da sempre impegnata a nascondere il marcio della propria sporcizia morale e ideologica attraverso lo svilimento dell’immaginazione soggettiva e il rifiuto dell’autenticità e della libertà della vita.
La stessa vita, indomita e ribelle, di Esa Bang – per sbarcare il lunario lavora come modella vivente – è la vera fonte di ispirazione delle proprie performances live attraverso cui in modo realistico descrive situazioni di vita vissuta al di fuori delle regole, denuncia l’ipocrisia e la falsità delle convenzioni morali e l’abbandono da parte dell’essere umano dello stadio naturale della vita. Il risultato finale si concretizza in una straordinaria capacità comunicativa ed espressiva corroborata dall’uso di linguaggio originale e “ribelle” che sa andare diretto al cuore dei sensi e colpirlo.
Quello che più colpisce lo spettatore ne “La Sposa Occidentale” è il realismo portato alle estreme conseguenze dell’evento.
Una naturalezza imperturbabile anima la gestualità del corpo, che con la sua indolenza irrompe nello spazio, si dilata, trascina il pubblico su cui si riversa la ritualità stessa del matrimonio, per poi prendere il ritmo accelerato del respiro con cui viene plasmata la falsa identità della cerimonia, per finire con la lacerazione del vestito bianco, espressione di una ritualità violata. La fissità assente del volto e il corpo nudo e immobile sono infine i mezzi con cui si palesa ai nostri occhi il dramma.
La ricerca creativa di Esa Bang è una denuncia aperta e di grande efficacia sulle contraddizioni dei ruoli imposti da un sistema sociale e culturale logoro e desolato nella sua alienante monotonia. Vi è il tentativo di denunciare la falsità dell’identità femminile, di svelare gli aspetti politici, sociali e religiosi celati nella parola “matrimonio”.
Ciò che interessa all’artista è unire la dimensione soggettiva della libertà e dell’amore, senza separarli da se stessi: la libertà diventa condizione positiva della realtà, l’amore, possibilità vitale dell’essere di vivere tanti amori nel corso temporaneo della vita.
Attualmente Esa Bang lavora ad una serie provocatorie di immagini fotografiche del suo corpo, trasformato dalla sua capacità espressiva in diverse identità femminili, col fine di scavare nel suo profondo intimo. Una ricerca creativa intrigante che irrompe come un vulcano in eruzione, animato da un movimento continuo e incessante, che distrugge tutto ciò che ostacola e opprime la vita. Un vulcano, che nella sua forza distruttrice, lascia affiorare infiniti sentieri caldi e solchi profondi di libertà afferrandoci alla vita.

Testo critico di Savino Marseglia

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