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domenica 22 novembre 2009

Massimiano Albanese al micromuseo


albanese, inserito originariamente da Spoletoweb.


LA SCULTURA COME ARTE APPLICATA Vent’anni di ricerca e realizzazioni d’atelier
Massimiano Albanese al micromuseo




Venerdì, 27 Giugno 2008 ore 9:50


Il Maestro Massimiano Albanese ospite del micromuseo di Via del Mercato 13 a Spoleto, in occasione del Festival dei due Mondi di Spoleto, inaugura la mostra personale "Scultura come Arte Applicata" domani 28 Luglio 2008 alle ore 19.00.Sara' un percorso di oltre 20 anni di scultura per il teatro il cinema ed il mondo della comunicazione.Una sorta di microantologica esaustiva del percorso che ha portato l'artista

spoletino ad essere ciò che è: un grande uomo ed un grande artista che dedica la mostra ed il momento ai suoi figli "unica opera reale vivente".



La mostra sarà aperta fino al 13 luglio 2008.Orari di apertura al pubblico 11.00-1300 17.00-23.00.



Curatore della mostra Massimiano Albanese.



informazioni : Luca Ricci 334.2802528



"""""""""""" Massimiano Albanese 333.1126784



info@lucaricciart.com



info@micromuseo.it







Aggiungiamo note critiche di Roberto Quirino e dell'artista stesso:













La passione per le arti plastiche e una continua sperimentazione su materie e tecniche tradizionali e soluzioni innovative, guidano da sempre il mio interesse per la scultura: una disciplina complessa e difficile che trova nel campo della scenotecnica teatrale la dimensione espressiva a me più vicina e stimolante. È nel teatro infatti che la scultura perde la sua valenza un po’ astratta di “arte per l’arte”, per scendere in campo e confrontarsi con le altre competenze coinvolte nella realizzazione della macchina scenica, diviene, appunto, “arte applicata”: una sempre valida e attuale fase creativa fortemente coniugata all’artigianalità di un mestiere antico.

Nell’arco degli anni, le mie esperienze professionali hanno spaziato dal teatro alla pubblicità, dall’allestimento di ambienti espositivi a elementi strutturali per grandi manifestazioni in spazi aperti.

Oltre alle materie tradizionalmente impiegate quali legno, cartapesta, cuoio, gesso, utilizzo per i miei elaborati il polistirolo, i poliuretani e le resine pure o con cariche inerti (sabbie o marmi policromi) che permettono di simulare perfettamente, nel colore e nell’aspetto, materie nobili come il marmo, con queste tecniche ottengo riproduzioni realistiche di grandi sculture classiche come, per esempio, il David di Michelangelo per CITTÀITALIA.



Massimiano Albanese





* * *





Le mani raccolte sul grembo, la suorina è in posa ai piedi della sua protettrice: Nostra Signora delle Divine Vocazioni, che con gesto ampio e solenne accoglie i due bambini inginocchiati, benedetti dal figlioletto con l’antico segno trinitario. I bambini si librano su una nuvola dell’apparente consistenza dell’ovatta, mentre madre e figlio si ergono sul mondo. Un’immagine piuttosto spiazzante, aderente ad un immaginario devozionale da catechismo anni cinquanta-sessanta del secolo scorso, ma suggestiva per un qualcosa che sul momento sfugge inspiegabile. E’ il volto della Madonna? Probabilmente sì: appena un po’ largo, con sopracciglia nette, occhi leggermente allungati, naso dalla canna allungata e fine, lievissimamente arcuata, bocca dal labbro inferiore pieno e carnoso, orecchie dall’elegante voluta e dal lobo stilizzato arcaicamente. E’ il volto stilizzato di una donna del Mediterraneo orientale.



Beat the Box! The Yellow Shark! Shut up ‘n’play yer guitar! Tre loghi riuniti in un’unica enorme scultura di polistirolo dedicata a Frank Zappa, musicista morto troppo presto e di cui solo adesso si inizia a capire la grandezza e l’importanza. Musicista tutto moderno, innamorato del suo tempo, dei suoi suoni e dei suoi simboli sonori, il Rock and Roll e il Blues, Jimi Hendrix, Beatles, e dei suoni e dei simboli sonori di ogni tempo, i rumori, le sirene, le orchestre, le voci, il parlato, Edgar Varèse, Maurice Ravel. Stilizzazione anche in questo caso? Il logo può essere ridotto alle dimensioni di un bottone, di una spilla, di un pin, ma può essere ingrandito alle dimensioni di un poster, di un manifesto, di un cartellone grande quanto la facciata di un palazzo. Perché questo senso di spiazzamento anche di fronte a questa grande … scultura? Già, forse proprio perché si tratta di una monumentale scultura di circa sei metri di altezza, a tutto tondo, ci si può girare attorno, guardarla dal basso in alto, per lungo e per largo! Proviamo un po’ a girare attorno ad un bottone, ad un pin! Il logo, stilizzazione di un messaggio commerciale, è diventato scultura, a sua volta stilizzazione, da sempre, di dati della realtà, dei modi di intendere e rappresentare la realtà, anche quando non usa la figura fisionomicamente riconoscibile, ma il dato o il segno astratto. La rappresentazione fedele della realtà e della natura non è mai esistita: Ceci n’est pas une pipe … Ceci n’est pas des logo … Va da sè che la scultura per gli Zappadays del 1998 è un inno alla gioia di vivere, alla musica, alla fantasia e all’immaginazione.



Fantastico e monumentale è anche lo Spazio scultoreo per l’Aida di Narni, potente macchina scenica che si apre per ornare, definire, organizzare lo spazio e l’azione teatrale.



Ho guardato molto spesso Massimiano al lavoro: i suoi gesti sono meticolosi; tocca con leggerezza le crete, le carte, i cuoi, i colori, ed anche le pietre, i marmi, gli inerti ed i materiali sintetici: usare la forza, come richiesto da questi ultimi materiali, non significa usare la pesantezza. I suoi occhi guardano con attenzione il risultato del lavoro, perfettamente memori dello stadio lavorativo immediatamente precedente e consapevoli della necessità delle operazioni intercorse e/o da intraprendere. Un movimento, un corrugamento della superficie pittorica o scultorea hanno sempre la loro ragione. “Saper vedere” è necessario sia per l’apprezzamento dell’opera d’arte sia per la creazione artistica, ed è segno di passione, di rispetto per la cultura, per il millenario lavoro degli uomini, per il proprio e per l’altrui lavoro.



Roberto Quirino
LA SCULTURA COME ARTE APPLICATA Vent’anni di ricerca e realizzazioni d’atelier
Massimiano Albanese al micromuseo




Venerdì, 27 Giugno 2008 ore 9:50


Il Maestro Massimiano Albanese ospite del micromuseo di Via del Mercato 13 a Spoleto, in occasione del Festival dei due Mondi di Spoleto, inaugura la mostra personale "Scultura come Arte Applicata" domani 28 Luglio 2008 alle ore 19.00.Sara' un percorso di oltre 20 anni di scultura per il teatro il cinema ed il mondo della comunicazione.Una sorta di microantologica esaustiva del percorso che ha portato l'artista

spoletino ad essere ciò che è: un grande uomo ed un grande artista che dedica la mostra ed il momento ai suoi figli "unica opera reale vivente".



La mostra sarà aperta fino al 13 luglio 2008.Orari di apertura al pubblico 11.00-1300 17.00-23.00.



Curatore della mostra Massimiano Albanese.



informazioni : Luca Ricci 334.2802528



"""""""""""" Massimiano Albanese 333.1126784



info@lucaricciart.com



info@micromuseo.it







Aggiungiamo note critiche di Roberto Quirino e dell'artista stesso:













La passione per le arti plastiche e una continua sperimentazione su materie e tecniche tradizionali e soluzioni innovative, guidano da sempre il mio interesse per la scultura: una disciplina complessa e difficile che trova nel campo della scenotecnica teatrale la dimensione espressiva a me più vicina e stimolante. È nel teatro infatti che la scultura perde la sua valenza un po’ astratta di “arte per l’arte”, per scendere in campo e confrontarsi con le altre competenze coinvolte nella realizzazione della macchina scenica, diviene, appunto, “arte applicata”: una sempre valida e attuale fase creativa fortemente coniugata all’artigianalità di un mestiere antico.

Nell’arco degli anni, le mie esperienze professionali hanno spaziato dal teatro alla pubblicità, dall’allestimento di ambienti espositivi a elementi strutturali per grandi manifestazioni in spazi aperti.

Oltre alle materie tradizionalmente impiegate quali legno, cartapesta, cuoio, gesso, utilizzo per i miei elaborati il polistirolo, i poliuretani e le resine pure o con cariche inerti (sabbie o marmi policromi) che permettono di simulare perfettamente, nel colore e nell’aspetto, materie nobili come il marmo, con queste tecniche ottengo riproduzioni realistiche di grandi sculture classiche come, per esempio, il David di Michelangelo per CITTÀITALIA.



Massimiano Albanese





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Le mani raccolte sul grembo, la suorina è in posa ai piedi della sua protettrice: Nostra Signora delle Divine Vocazioni, che con gesto ampio e solenne accoglie i due bambini inginocchiati, benedetti dal figlioletto con l’antico segno trinitario. I bambini si librano su una nuvola dell’apparente consistenza dell’ovatta, mentre madre e figlio si ergono sul mondo. Un’immagine piuttosto spiazzante, aderente ad un immaginario devozionale da catechismo anni cinquanta-sessanta del secolo scorso, ma suggestiva per un qualcosa che sul momento sfugge inspiegabile. E’ il volto della Madonna? Probabilmente sì: appena un po’ largo, con sopracciglia nette, occhi leggermente allungati, naso dalla canna allungata e fine, lievissimamente arcuata, bocca dal labbro inferiore pieno e carnoso, orecchie dall’elegante voluta e dal lobo stilizzato arcaicamente. E’ il volto stilizzato di una donna del Mediterraneo orientale.



Beat the Box! The Yellow Shark! Shut up ‘n’play yer guitar! Tre loghi riuniti in un’unica enorme scultura di polistirolo dedicata a Frank Zappa, musicista morto troppo presto e di cui solo adesso si inizia a capire la grandezza e l’importanza. Musicista tutto moderno, innamorato del suo tempo, dei suoi suoni e dei suoi simboli sonori, il Rock and Roll e il Blues, Jimi Hendrix, Beatles, e dei suoni e dei simboli sonori di ogni tempo, i rumori, le sirene, le orchestre, le voci, il parlato, Edgar Varèse, Maurice Ravel. Stilizzazione anche in questo caso? Il logo può essere ridotto alle dimensioni di un bottone, di una spilla, di un pin, ma può essere ingrandito alle dimensioni di un poster, di un manifesto, di un cartellone grande quanto la facciata di un palazzo. Perché questo senso di spiazzamento anche di fronte a questa grande … scultura? Già, forse proprio perché si tratta di una monumentale scultura di circa sei metri di altezza, a tutto tondo, ci si può girare attorno, guardarla dal basso in alto, per lungo e per largo! Proviamo un po’ a girare attorno ad un bottone, ad un pin! Il logo, stilizzazione di un messaggio commerciale, è diventato scultura, a sua volta stilizzazione, da sempre, di dati della realtà, dei modi di intendere e rappresentare la realtà, anche quando non usa la figura fisionomicamente riconoscibile, ma il dato o il segno astratto. La rappresentazione fedele della realtà e della natura non è mai esistita: Ceci n’est pas une pipe … Ceci n’est pas des logo … Va da sè che la scultura per gli Zappadays del 1998 è un inno alla gioia di vivere, alla musica, alla fantasia e all’immaginazione.



Fantastico e monumentale è anche lo Spazio scultoreo per l’Aida di Narni, potente macchina scenica che si apre per ornare, definire, organizzare lo spazio e l’azione teatrale.



Ho guardato molto spesso Massimiano al lavoro: i suoi gesti sono meticolosi; tocca con leggerezza le crete, le carte, i cuoi, i colori, ed anche le pietre, i marmi, gli inerti ed i materiali sintetici: usare la forza, come richiesto da questi ultimi materiali, non significa usare la pesantezza. I suoi occhi guardano con attenzione il risultato del lavoro, perfettamente memori dello stadio lavorativo immediatamente precedente e consapevoli della necessità delle operazioni intercorse e/o da intraprendere. Un movimento, un corrugamento della superficie pittorica o scultorea hanno sempre la loro ragione. “Saper vedere” è necessario sia per l’apprezzamento dell’opera d’arte sia per la creazione artistica, ed è segno di passione, di rispetto per la cultura, per il millenario lavoro degli uomini, per il proprio e per l’altrui lavoro.



Roberto Quirino

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