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domenica 16 gennaio 2011

MICROMUSEO ESA BANG


micromuseo06/07/06
via mercato 21 spoleto info@micromuseo.it tel 3342802528

ESA BANG AL MICROMUSEO IN “LA SPOSA OCCIDENTALE”PERFORMANCE LIVE


Sabato 8 luglio ore 20.00  con replica alle 23.00 Esa Bang si mette in gioco
all’interno di micromuseo in V.del Mercato 21 a Spoleto.Quanti volessero
interagire all’interno del micromuseo come spettatori attivi della
performance dovranno prenotare la presenza vista la limitata
disponibilita’di spazio(telefono curatore 329 6128911 Luca Ricci).L’ingresso
e’ gratuito e l’artista
si raccomanda affinche’ non partecipino minorenni,cardiopatici e donne
incinta.Enzo Correnti si occupera’ della “sposa occidentale” in qualita’ di
costumista e Umbro Saliti della fotografia.
la scenografia rimarra’ quella della mostra in corso su cinema e
rivoluzione.La musica sara’curata tecnicamente da DJ Sydney Rome;curatore
Luca Ricci
Uniamo a questo comunicato stampa in allegato anche il testo critico di
Savino Marseglia,critico e curatore di Palazzo Datini a Prato,ed il testo
critico di Suomen.
recensione di Suomen.
"Al momento l'unica persona degna di portare il nome d'artista è Esa Bang "

( Martyn Zadeka)
"...la performance di Esa Bang "La Sposa Occidentale",in cui
l'artista, nota
per aver collaborato come modella e performer per vari artisti
internazionali ( vedi biografia su www.artforartist.org) ,ha elaborato una
singolare messa in scena iperrealistica della sposa,vista da Esa come icona
autodistruttiva della donna,come identità negata,perchè soffusa e soffocata
dietro al velo di presunte certezze e palesi incertezze" (Suomen

Esa Bang
Un vulcano in eruzione
C’è un’artista che ha  “la libertà”, direbbe lei, come chiodo fisso.  Questo
perché ogni persona non dovrebbe forse aver diritto a realizzare i propri
sogni, noi stessi che per primi siamo fatti di sogni per dirla con le parole
di Shakespeare ? Perché per essere ciò che veramente siamo, dobbiamo
continuare a subire ogni sorta di prigione religiosa, sociale e morale in un
sistema che ci tarpa le ali e priva ciascuno di noi della propria identità ?
Per Esa Bang l’arte non può essere ridotta ad una semplice attività passiva:
essa è un vero e proprio mezzo di sopravvivenza, la manifestazione di una
precisa urgenza interiore, che si traduce in un atto di liberazione con cui
talvolta è duro misurarsi.
La sua opera trova le sue ragioni più profonde nel tentativo di minare alle
fondamenta tutte quelle istituzioni-tabù, quali ad esempio il matrimonio, la
denuncia di quelle violenze non solo fisiche che troppe volte hanno a che
fare con le intolleranze religiose, l’abolizione delle distinzioni tra i
sessi fino ad arrivare al dolore del suo “non essere”.
Su ognuno di questi temi, questa straordinaria e versatile performer conduce
da ormai cinque anni una propria e originale ricerca nutrita da un impegno
profondo e da una sferzante tensione creativa. Il suo corpo messo in gioco
diventa protagonista indiscusso delle sue struggenti performances.
Le sue membra pensanti interagiscono l’una con l’altra riappropriandosi di
una dimensione carnale ed immaginifica negletta, storicamente posta ai
margini dall’ipocrisia di una cultura dominante da sempre impegnata a
nascondere il marcio della propria sporcizia morale e ideologica attraverso
lo svilimento dell’immaginazione soggettiva e il rifiuto dell’autenticità e
della libertà della vita.
La stessa vita, indomita e ribelle, di Esa Bang – per sbarcare il lunario
lavora come modella vivente – è la vera fonte di ispirazione delle proprie
performances live attraverso cui in modo realistico descrive situazioni di
vita vissuta al di fuori delle regole, denuncia l’ipocrisia e la falsità
delle convenzioni morali e l’abbandono da parte dell’essere umano dello
stadio naturale della vita. Il risultato finale si concretizza in una
straordinaria capacità comunicativa ed espressiva corroborata dall’uso di
linguaggio originale e “ribelle” che sa andare diretto al cuore dei sensi e
colpirlo.
Quello che più colpisce  lo spettatore ne “La Sposa Occidentale” è il
realismo portato alle estreme conseguenze dell’evento.
Una naturalezza imperturbabile anima la gestualità del corpo, che con la sua
indolenza irrompe nello spazio, si dilata, trascina il pubblico su cui si
riversa  la ritualità stessa del matrimonio, per poi prendere il ritmo
accelerato del respiro con cui viene plasmata la falsa identità della
cerimonia, per finire con la lacerazione del vestito bianco, espressione di
una ritualità violata. La fissità assente del volto e il corpo nudo e
immobile sono infine i mezzi con cui si palesa ai nostri occhi il dramma.
La ricerca creativa di Esa Bang è una denuncia aperta e di grande efficacia
sulle contraddizioni dei ruoli imposti da un sistema sociale e culturale
logoro e desolato nella sua alienante monotonia. Vi è il tentativo di
denunciare la falsità dell’identità femminile, di  svelare gli aspetti
politici, sociali e religiosi celati nella parola “matrimonio”.
Ciò che interessa all’artista è unire la dimensione soggettiva della libertà
e dell’amore, senza separarli da se stessi: la libertà  diventa condizione
positiva della realtà, l’amore, possibilità vitale dell’essere di vivere
tanti amori nel corso temporaneo della vita.
Attualmente Esa Bang lavora ad una serie provocatorie di immagini
fotografiche del suo corpo, trasformato dalla sua capacità espressiva in
diverse identità femminili, col fine di scavare nel suo profondo intimo. Una
ricerca creativa intrigante che irrompe  come un vulcano in eruzione,
animato da un movimento continuo e incessante, che distrugge tutto ciò che
ostacola e opprime la vita. Un vulcano, che nella sua forza distruttrice,
lascia affiorare infiniti sentieri caldi e solchi profondi di libertà
afferrandoci alla vita.

Testo critico di Savino Marseglia

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